Debutto della Filarmonica Gioachino Rossini

Recensione del musicologo M° Elvidio Surian riguardo al concerto inaugurale della Filarmonica Rossini tenutosi il 21 febbraio 2014 all’ Auditorium Pedrotti del Conservatorio di Musica “G. Rossini” di Pesaro.

[banner]È sempre una buona notizia sapere dell’iniziativa della istituzione di una nuova orchestra a Pesaro, quando in altre parti d’ Italia si annuncia in questi tempi la chiusura, o il pericolo di chiusura, di orchestre e di teatri d’ opera. Ed è anche bene sapere che l’ orchestra è stata affidata alla direzione artistica di musicisti di notevole valore professionale, quali Michele Antonelli e Paolo Marzocchi. Iniziativa lodevole e importante, anzi più che importante, perché potrebbe servire alla creazione di nuovi posti di lavoro per musicisti, qui nel nostro territorio. E non è cosa da poco, visto i tempi che corrono: si è arrivato addirittura ad affermare di recente che “con la cultura non si mangia”. Mentre da parte di scrittori, artisti, eccetera da oltre due secoli a questa parte si è ribadito più di una volta il concetto che “senza la musica la vita è inutile”.

Composta per la maggior parte da giovani professori d’orchestra complessivamente di ottimo livello artistico, l’ orchestra ha fornito buona prova delle sue capacità esecutive nel concerto di inaugurazione offerto alla città di Pesaro. Ha affrontato con grande professionalità e passione l’esecuzione di brani decisamente impegnativi di B. Britten (Suite on English Folk Tunes), Mendelssohn (Sinfonia op. 90 “L’ Italiana”), oltre alla deliziosa Sinfonia del Signor Bruschino di Rossini; con in fine uno squisito Encore di Marzocchi. Un programma ben congegnato nell’intento di coniugare modernità e tradizione del repertorio sinfonico: nei pezzi di Britten e di Mendelssohn, per esempio, si fa ampio uso di melodie popolari, come è stato evidenziato nel programma di sala scritto da Marzocchi.  

La direzione di Carlo Tenan è stata più che soddisfacente e di notevole professionalità: con ammirevole cura e chiarezza, ha ottenuto molto bene dall’ orchestra una varietà di situazioni sonore – per esempio, gli svariati contrasti sia dinamici sia ritmici – in aggiunta al nitido e sempre preciso controllo dell’ insieme, in ispecie nella Suite di Britten, come anche nella Sinfonia di Mendelssohn. L’ esecuzione, in effetti, non poteva non aver suscitato l’ interesse e addirittura l’ entusiasmo del pubblico, accorso numeroso.  Un concerto, insomma, che a mio avviso, è valso la pena di ascoltare.

L’ importante, ora come ora, è che la nuova orchestra possa in futuro avvalersi di risorse, impegno e attenzione da parte di coloro (enti pubblici e privati) che hanno a cuore l’avanzamento della cultura musicale nel nostro territorio.

Elvidio Surian

 


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