Per amare e per sognare – Pizzicotto

Doppio appuntamento per il festival “Cantar Lontano” domenica 27 giugno 2010 Jesi ore 21.00 – Avacelli d’ Arcevia ore 24,00

 Jesi Chiesa di San Marco ore 21.00 musiche di  Claudio Monteverdi, Giulio Caccini, Bellorofonte Castaldi, Bartolomeo Barbarino.   
Il terzo suono  Luigi Lupo traversa –  Alberto Macchini percussioni – Davide De Lucia clavicembalo – Gian Paolo Fagotto tenore, direzione musicale 
 per amare e per sognare 
Giulio Caccini (c 1550 – 1618) Belle rose porporine –
Diego Ortiz (1510 – Napoli, 1570) Recercada Segunda (strum.) –
Vincenzo Calestani (1450 – 1599) Damigella tutta bella –
Bellerofonte Castaldi (1581 – 1649) Con questi amorosi fioretti –
Claudio Monteverdi (1567 – 1643) Sì dolce è il tormento –
Jakob Van Eick (1590 – 1657) Wat Zalmen op den avond doen (strum.) –
Anonimo spagnolo (dal Musicall Banquet) Pasava Amor –

Diego Ortiz (1510 – Napoli, 1570) Recercada Primera (strum.) –
Anonimo spagnolo (dal Musicall Banquet) Vuestros ojos –
Robert Hales (secolo XVI, dal Musicall Banquet) O eyes, leave off your weeping –
Bellerofonte Castaldi (1581 – 1649) Hor meno lieti i giorni e l’ore –
Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643) Variazioni sopra La Follia (strum.) –
Bellerofonte Castaldi (1581 – 1649) Saetta pur, saetta –
Caccini / Van Eick Variazioni su “Amarilli mia bella” (strum.) –
Bartolomeo Barbarino (c. 1568 – c. 1617 ) Ridete pur, ridete –    
Avacelli d’Arcevia Chiesa di Sant’Ansovino  ore 24.00

musiche di

Paolo Virchi, Johann Sebastian Bach, Filippo Sauli, Gabriele Leone, Giovanni Gioviale.

Mauro Squillante – cetra, chitarrino, mandolino cremonese, mandola, mandolino napoletano

Pizzicotto

Quando, nel 1574, Paolo Virchi pubblicò il suo Primo libro di Tabolatura di Citthara, il suo intento fu quello di recare dignità artistica ad uno strumento considerato umile o degno di barbieri. Nell’avvertenza ai lettori egli dichiarava che… per tanto tempo è stata occultat’& difficile, di sonar musica, con certe e fondate regole, tutte le parti, a quattro e a sei, in quel modo, & con quella agevolezza, che si suole gli altri stromenti acciò quelli, che di sì gentile strumento di dilettano, possano far conoscere la citthara venendo ben sonata, di quello che sono alcuni altri stromenti dal mondo tanto comendati. Diviene evidente l’elemento che accomuna la cetra ai più tardi strumenti della famiglia dei mandolini, e anzi attraverso tale comunanza possiamo individuare nella cetra un predecessore, se non dal punto di vista organologico certamente dal punto di vista della funzione sociale, degli strumenti a plettro italiani. A partire dall’epoca barocca e fino ai giorni nostri, i mandolini hanno assunto forme diverse in ciascuna area geografica, arrivando in alcuni casi ad associare al proprio nome quello della città di origine o di adozione. Per ognuno di essi c’è stata una schiera di compositori i quali si sono dedicati a dimostrare come la musica possa essere veicolata, anche nei suoi contenuti più alti, da qualsiasi strumento, fosse anche da barbiere, e come anzi tali strumenti possano dar luogo a nuove sintesi di linguaggio, come l’esecuzione in trascrizione delle musiche di Bach ci mostra.

programma

Paolo Virchi (1551 – 1610) Saltarello della Milanessa e Fantasia prima per la cetra –

Buono, ma incerto Autore (1645) Balletto e Ricercata per chitarrino a quattro cordealla napoletana –

Filippo Sauli (notizie intorno al 1710) Partita prima per mandola

Allemanda, Sarabanda, Corrente, Bourrée, Giga, Minuetto –

J. S. Bach (1685 – 1750) Sonata I in sol minore BWV 1001

Adagio, Fuga-allegro, Siciliana, Presto –

Gabriele Leone (notizie fra il 1760 ed il 1770) variazioni su L’Avez vous vu mon bien aimè –

Giovanni Gioviale (1885 – 1949) Fantasia sull’aria Frena quel Canto  dalla Lucia di Lammermoor di G. Donizetti


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